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Ho finito la prima stagione di Penny Dreadful e posso confermare i giudizi positivi che ho sentito su questa serie. L’ambientazione ottocentesca è resa magistralmente, non sono in grado di giudicarne il realismo ma ho adorato le atmosfere ed i costumi. I personaggi sono topoi dei vari racconti del fantastico che interagiscono fra di loro in maniera fluida, non si ha mai l’impressione che qualcuno sia stato inserito a sproposito solo per amore di citazione; ognuno ha il suo ruolo, grande o piccolo che sia, e porta avanti la storia senza forzature.
Penny Dreadful è un mega-crossover-rilettura dei racconti del fantastico. Ce n’è per tutti i gusti: ci sono i vampiri di Dracula; il dottor Frankenstein con la sua creatura; Dorian Grey con tanto di ritratto; il pistolero americano; l’Uomo Lupo; l’indemoniata; l’esploratore con maggiordomo africano; il teatro Grand Guignol il cui direttore un tempo recitava Shakespeare ma ora si è dovuto piegare a gusti più commerciali e redditizi; l’esperto di geroglifici; le feste dell’alta borghesia con seduta spiritica come evento della serata; la medium vera; la medium finta ma che forse nasconde un segreto che non ci è ancora dato scoprire; la prostituta ammalata di tisi; la clinica specializzata in disturbi femminili (manicomio); due investigatori della Pinkerton, di cui uno nativo americano giusto per non farci mancare proprio niente e probabilmente tante altre citazioni che non ho notato o che non mi vengono in mente ora.
Sulla carta potrebbe sembrare una serie grottesca ma non è così, Penny Dreadful si prende terribilmente sul serio, è messo in scena per fare paura e/o inquietare. I protagonisti sono figure tragiche intrappolate nelle conseguenze delle proprie azioni; c’è chi è in cerca di redenzione, chi di un suo posto nel mondo, chi di qualcosa che sia ancora in grado di scuoterlo.
Continuerò sicuramente con la visione delle prossime stagioni, sperando che la qualità rimanga alta e che la trama non vada disgregandosi nel tentativo di seguire troppe storie.
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In Treatment, quarantatrè puntate di dialogo fitto, buona scrittura e alta recitazione. Per fortuna ci sono ancora reti che rischiano la sperimentazione uscendo dal tunnel delle serie fotocopia. Neanche da dire: la produzione è HBO.
Il format non è di loro ideazione in quanto è il rifacimento di una serie israelilana, solo che le serie israeliane in Italia non arrivano, quelle americane sì.
In treatment parla degli appuntamenti settimanali dello psicologo Paul. Ogni giorno Paul riceve un paziente: lunedì Laura, Martedì Alex, Mercoledì Amy e Jake; mentre al venerdì è lui stesso che va in terapia dalla propria referente: Gina.
Le puntate durano un po' meno di mezz'ora, l'ambientazione è sempre la stessa: lo studio di casa in cui Paul riceve i pazienti (mentre al venerdì e quello di Gina).
È nello studio che appuntamento dopo appuntamento vengono sviscerati non solo i problemi dei pazienti ma anche le vicissitudini di Paul.
È un luogo rassicurante, malgrado le forti tensioni che ospita, le rare puntate girate in esterno mi fanno sentire fuori posto.
Sono sicura che da qualche parte qualcuno stia maledicendo l'adattamento in italiano, ma la recitazione dei doppiatori è all'altezza di quella originale. È una serie che consiglio. Una recensione approfondita può essere trovata qui: http://www.serialmente.com/2008/03/29/in-treatment-stagione-1/<\a>
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C'è una chiave che apre tutte le porte: è quella di The Lost Room.
Il detective Miller viene in possesso di una strana chiave, in qualsiasi serratura la si inserisca fa in modo che la porta si apra sulla stanza di un motel (sempre la stessa, la stanza n. 10 del Sunshine Motel a Gallup, New Mexico). Una volta entrati nella stanza e chiusa la porta, la si può riaprire per trovarsi in qualsiasi posto il possessore della chiave abbia in mente.
Tutte le volte che il possessore della chiave esce dalla stanza, questa si resetta alle condizioni di partenza. Tutto ciò che era stato spostato ritorna al suo posto e tutto ciò che era stato portato dentro dall'esterno sparisce. Solo chi ha la chiave può entrare ed uscire in tutta sicurezza.
Come si è creata la stanza? Come mai gli oggetti di tutti i giorni che si trovavano al suo interno al momento "dell'evento" hanno acquisito misteriori poteri a volte terribili, a volte buffi, a volte innocui?
Le cose si complicano quando la figlioletta di Miller varca la soglia senza avere la chiave e la porta si chiude accidentalmente alle sue spalle. Quando Miller riesce a riaprire la porta la stanza si è resettata e la bambina è sparita. Il detective inizia quindi una forsennata ricerca di tutto ciò che è collegato alla stanza per poterne risolvere il mistero e ritrovare sua figlia.
L'indagine di Miller lo porterà a districarsi fra intrighi di loschi personaggi ed oscure organizzazioni che stanno tentando di impadronirsi del potere della stanza e dei suoi oggetti.
La serie è tanto corta quanto appasionante, ogni indagine ci fa scoprire un pezzetto del mistero relativo al motel Sunshine e ci lascia con la curiosità di sapere quale sarà il prossimo passo.
La narrazione è molto ben giostrata, la serie si conclude tirando le fila delle disavventure del detective Miller ma lascia molti interrogativi aperti e la voglia matta di un sequel che però non è mai stato realizzato.
La visione è consigliata.
Per chi ne vuole sapere di più c'è sempre wikipedia, ma per chi non l'ha vista consiglio di guardarla completamente a digiuno da qualsiasi spoiler:
http://en.wikipedia.org/wiki/The_Lost_Room
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In questa recensione mi limito a dire le mie impressioni facendo meno spoiler possibili, pertanto non spiegherò la trama dell’episodio, che è facilmente reperibile su internet. È un episodio in grado di stupire e per chi non l’ha ancora visto consiglio di guardarlo "spoiler-free".



Dopo una quinta stagione fra alti e bassi, lo speciale di natale "A Christmas Carol" mi è piaciuto molto. Con questo episodio Steven Moffat si è riscattato in parte per The Time of Angels (ma solo in parte).
La sceneggiatura sfrutta le potenzialità del viaggio nel tempo in maniera geniale. Non si limita ad usare il Tardis come nave per sbarcare sul pianeta/epoca storica della settimana, bensì si regge completamente sui viaggi per lo spazio tempo che il Dottore fa per risolvere la situazione.
L’episodio segue le linee guida del romanzo di Dickens, solo che lo fa in perfetto stile Doctor, a partire dalla soluzione escogitata per entrare nel cuore di Kazran Sardick (l'equivalente di Ebenezer Scrooge). Tanto di cappello al fantasma dei natali passati, e tanto di cappello a cilindro al fantasma dei natali futuri.
In una sceneggiatura come questa, completamente incentrata su Kazran e la sua amata, sul Dottore e il suo viaggiare nel tempo, rimane poco spazio per gli altri personaggi. Infatti Amy e Rory fanno poco o niente, Rory poi sembra essere stato retrocesso a mera spalla comica – speriamo che la situazione cambi nei prossimi episodi.
La scenografia cupa e coi pesci volanti è suggestiva e apprezzata. Il dottore buffoneggia senza esagerare e non risparmia una strizzatina d’occhio all’universo nerd:
Kazran: Now? I kiss her now?
The Doctor: Kazran, trust me. It's this or go into your room and design a new kind of screwdriver. Don't make my mistakes. Now! Go!
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Considerazioni "a random" sulla quinta stagione di Doctor Who, inutile dire che contiene spoiler!

L’ultima stagione del Doctor Who non mi ha entusiasmato. Sarà perché l’ho guardata in maniera frammentaria e con poca attenzione; sarà perché malgrado gli episodi fossero di buon livello è mancata una punta di diamante del calibro di Blink o di Midnight delle scorse stagioni; sarà che non riesco a perdonare a Moffat la doppietta "The Time of Angels" e "Flesh and Stones" in cui la poetica di Blink viene fatta a brandelli per una storia in cui gli Angeli Piangenti non erano necessari: avrebbero benissimo potuto essere qualsiasi altro alieno (e lo diventano, visto quanto vengono snaturati! – se avessero messo al loro posto i cugini poveri: i nani da giardino, l’avrei quasi preferito).
Non ho avuto problemi a identificare Matt Smith come Il Dottore fin dalla prima entrata in scena, in "The Eleventh Hour" mi è piaciuto parecchio. Anche Amy e Rory come companion mi piacciono. L’alchimia del Doctor con Amy non è la stessa che aveva con Rose o Donna, è più un: "bambini non toccate che se no si rompe!" anche se questa è una mia impressione personale. Apprezzo però il cambio di direzione per non cadere nel già visto.
Mi è piaciuta meno la nuova veste di Dangerous-Fatalona di River Song; sembra la versione invecchiata di Lady Christina di "Planet of The Dead". Però mi è piaciuto talmente tanto il personaggio in "Silence in the Library" e "Forest of the Dead" che le do il beneficio del dubbio, sperando che in future apparizioni sia un po’ meno macchietta.
La doppia puntata conclusiva ha dimostrato che la stagione non stava andando a tentoni ma che la storia era stata pensata nel suo complesso fin dall’inizio, tanto che alcune scene sono state inserite con maestria nelle puntate mediane per poi essere riprese e reinterpretate nello spiegone finale. Questo è un super-bonus! Peccato che in questo momento io non ricordi nulla dello schema dei vai e vieni nello spazio tempo di queste due puntate perché, sinceramente, non mi hanno appassionato. Temo che il difetto di questa stagione sia che mi è scivolata un po’ addosso, senza fermarsi. Potrebbe essere colpa mia, dovrei riguardarla con più attenzione, alla luce di quello che so ora, per rivalutarla in toto.
Per adesso la puntata "Vincent and the Doctor" è la perfetta reincarnazione di quello che penso della stagione: bella a metà. La prima parte è stata coinvolgente, in perfetto stile Doctor Who, la seconda un disastro: sembrava la fanfiction di un autore innamorato di Vincent Van Gogh. Ho rivalutato le buone intenzioni degli autori quando una mia amica mi ha spiegato che la seconda parte è stata scritta così apposta, per mettere in scena le profondità della vera natura della depressione. Non importa quanto Vincent si senta gratificato e felice dal futuro che il Dottore gli mostra, alla fine si ucciderà comunque. Tutto questo viene spiegato a parte in uno speciale sulla puntata; ora, scusate il cinismo dato che l’argomento è delicato, ma se la puntata ha bisogno di uno speciale che renda chiaro dove volessero andare a parare, significa che la sceneggiatura ha fallito.

Al momento le mie puntate preferite della quinta stagione sono:
- The Eleventh Hour
- The Beast Below
- Victory of the Daleks
forse non è un caso che siano proprio le prime tre, perché dopo è iniziata una serie di alti e bassi che non mi ha permesso di apprezzare a dovere puntate come "Amy's Choise" o "The Vampires of Venice".
Lo speciale di Natale: "A Christmas Carol" lo considero invece una perla e ne farò un post a parte.
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ATTENZIONE: Questa recensione contiene spoiler fino alla quinta stagione
ATTENZIONE: Questa recensione non contiene riassunti di trame e personaggi ed è capibile solo per chi ha già visto la serie.

Dopo cinque stagioni sto ancora seguendo con piacere le vicende di Dexter malgrado i difetti della serie stiano diventando sempre più evidenti. Il telefilm è girato con mestiere, la tensione è tenuta alta e la mia visione serrata degli episodi esalta il lato emotivo, lasciando le considerazioni ad un secondo momento.
Adoro il fatto che ogni stagione metta in scena la rappresentazione metaforica di un rapporto umano, contribuendo alla crescita del personaggio:
1 stagione = Fratello
2 stagione = Amante
3 stagione = Amico
4 stagione = Maestro
5 stagione = Allievo
Con la sola eccezione della quinta stagione, dove il rapporto più importate di Dexter è con una ex vittima, il fulcro della metafora è interpretato dal big bad, ossia un serial killer antagonista che Dexter si ritrova ad affrontare.
La prima stagione era perfetta e completa, tanto da farmi temere per il rinnovo alla seconda; temevo che fosse fatta con lo stampino e che il big bad sarebbe stato qualcosa tipo il cugino, rinchiuso anche lui nel container più affollato della storia del crimine. Invece la stagione ha preso una piega completamente diversa, cosa da me apprezzatissima. Tuttavia, di stagione in stagione, malgrado i suoi momenti di ottima regia, alta recitazione e colpi di genio, la serie ha iniziato a segnare il passo.
La prima avvisaglia che mi ha lasciato con l'amaro in bocca è stato lo spreco del personaggio di Rita, trasformatasi da donna tormentata con un passato di violenze subite a perfetta casalinga all american dream dal carattere perfettamente equilibrato e senza un rimpianto. Altroché riunioni e gruppi di sostegno, bisogna fidanzarsi con un serial killer per tornare in pace con sé stessi.
Alcuni lamentano la telenovela messicana parallela fra Maria LaGuerta ed Angel Batista, un plot che non incrocia mai la vicenda principale e che sembra stare lì soltanto per riempire tutte e dodici le puntate quando la serie si sarebbe potuta concludere in otto. Devo essere sincera: a me piace. Lo ammetto, mi diverte, così come anche tutte le trame apparentemente inutili dei personaggi secondari, perché creano uno sfondo di normale e incasinata umanità in cui Dexter risalta come anomalia. Altrimenti si avrebbe l'impressione che Miami sia popolata unicamente da serial killer.
La vaga sensazione di insoddisfazione verso la serie sono riuscita a concretizzarla dopo aver letto questa recensione: http://www.serialmente.com/2010/12/16/dexter-5x12-the-big-one/
Concordo in pieno, la produzione ha trovato la gallina dalle uova d'oro ed ora non ha il coraggio di cambiare la formula per far progredire la serie, siamo lontani anni luce da The Shield. Alzi la mano chi ormai crede più che Dexter verrà mai smascherato. Gli sceneggiatori ci provano ancora, ogni tanto gli fanno commettere un errore per farci stare con il fiato sospeso, ma i veterani della serie continuano a respirare benissimo e forse con un vago senso di noia. Fintanto che la stagione successiva viene confermata si sa benissimo che Dexter riuscirà a cavarsela con un deus ex machina ad hoc piovuto dal cielo. Nell'ultima stagione, poi, l'incompetenza della polizia di Miami è divenuta materia di leggenda.

Un po' di preferenze personali:
Big Bad preferito: Trinity Killer
Interazione preferita: Dexter-Lumen
Relazione romantica preferita: Debra Morgan-Frank Lundy
Personaggio secondario preferito: Doaks
Personaggio secondario più divertente: Masuka

:-:
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Del manga ho letto solo i primi numeri perché era troppo lungo e decisi di non comprarlo, ritengo che Adachi dia il meglio di sé nelle serie corte, quelle da una dozzina di numeri.
Così quando ho saputo dello sceneggiato (telefilm? dorama?) ho deciso di rifarmi. La trama ricalca a grandi linee il manga e dovendo condensare 34 numeri in 11 episodi è sottoposta alle dovute modifiche.
Il giudizio sul telefilm è: mi è piaciuto - molto carino, rispetta in pieno l'atmosfera che Adachi infonde a tutti i suoi manga dosando sport, sentimenti e comicità.
Mi sono piaciuti anche gli interpreti e mi sto abituando alla recitazione alla giapponese che prima d'ora trovavo troppo marcata. Non ho interagito con molti giapponesi dal vero, ma dal poco che ho visto tendono ad enfatizzare alcuni atteggiamenti anche nella vita reale e non perché l'attore stia recitando sopra le righe. I sentimenti personali invece sono tutt'altra cosa, in quel campo vige la riservatezza assoluta; abbandonata l'enfasi dei movimenti, le emozioni traspaiono da lievi cambi di espressione, da ciò che non viene detto o più classicamente dallo sguardo e gli attori sono stati bravi in questo.
Una cosa che salta all'occhio è che tutti gli attori sono magri, non esistono personaggi cicciotelli a meno che non siano ridotti a semplici comparse/macchiette. L'amico del protagonista - il catcher Atsushi Noda, che nel manga era sovrappeso qui è interpretato da un ragazzino snello che hanno tentato di imbruttire mettendogli un paio di occhiali (che nel manga non aveva!).
Se qui in occidente ci lamentiamo perché televisione e giornaletti ci propinano standard fisici irraggiungibili, in Giappone il fenomeno deve essere esasperato all'ennesima potenza – fissati come sono con l’estetica non c’è da stupirsi ma non vorrei essere nei panni di un adolescente giapponese.
La fotografia è ottima, la regia e gli effetti speciali sono azzeccati e non troppo invadenti, rendono egregiamente la velocità dei lanci e l'azione sul campo da baseball.
Giudizio complessivo sul prodotto: pollice in su. Da guardare.
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Insonnia, nuova frontiera: i telefilm giapponesi. Nei giorni in cui fatico a prendere sonno mi sono data ad un nuovo genere di telefilm, lasciando USA e UK per il più esotico Japan.
Tutto è cominciato con la decisione di finire di leggere una serie manga che avevo comprato anni fa (non ricordo quanti) e che era finita impilata dietro a file di altra roba. Si chiama Rookies, parla di basball e ragazzi problematici. Mi è piaciuto molto anche se sono insofferente al tema "gioco a basball dall'altro ieri, ma vinco lostesso perché lo voglio tanto"; però questo tema un po' scontato non è trattato in maniera piatta ed alla fine il manga risulta coinvolgente.
Nella ricerca di qualche recensione in giro per la rete mi sono imbattuta nel telefilm dal vivo tratto dal manga; undici puntate da circa un'ora: ne ho già guardate la metà. Devo ammettere che non pensavo mi sarebbe piaciuto ed invece mi sta divertendo parecchio. La recitazione già sopra le righe dei giapponesi qui è esasperata dalle facce buffe e dalle pettinature improbabili degli attori che imitano le scene del manga con tanto di effetti sonori per sottolineare la vignet..., ehm, scena.
Una cosa che trovo un po' straniante è la filiformità degli attori, non capisco se l'inquadratura è distorta a causa delle dimensioni del video, oppure sia stata distorta di proposito perché quello è il concetto di bellezza. Sembrano personaggi presi dai manga anni 70 dove erano tutti alti e stecchi, quando invece nel manga vero sono disegnati in maniera molto realistica, muscolatura compresa.
Seguire i dialoghi è un po' difficoltoso perché la leggenda che con due sillabe i giapponesi ti dicono una frase intera a quanto pare non è affatto una leggenda, è tutto vero. Spesso mi ritrovo a dover tornare indietro perché non faccio in tempo a leggere i sottotitoli.

Lo sto guardando in streaming su un canale che raccoglie i telefilm asiatici con tanto di sottotitoli in inglese e di cui ho scoperto l'esistenza soltanto quattro giorni fa.
Ci sono tantissime serie, ho già addocchiato H2, l'adattamento del fumetto di Adachi, magari quando avrò finito Rookies ne guardo un paio di puntate.

Ecco il link:

Asianrice: http://www.asianrice.tv/

Rookies: http://www.asianrice.tv/show/Rookies/216/videos/

Ed ecco la locandina del telefilm:

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Ho finito di guardare Joan of Arcadia, l'ho iniziato quasi un anno fa ma ci ho messo un po' per riuscire a recuperare tutte le puntate. Lo trovo piacevole, è intriso di religione ma non è demagogico; è incentrato sul libero arbitrio e sul fatto che Dio agisce secondo vie misteriose e non comprensibili ai protagonisti della serie ma solo ai telespettatori... volevo dire: non comprensibili agli uomini.
La protagonista della serie è Joan Girardi, una ragazza che va al liceo e alla quale Dio appare sotto forme diverse chiedendole di eseguire certi compiti. Sono sempre compiti molto semplici e apparentemente senza senso come: iscriviti al corso di chimica, trova un lavoro part time alla libreria, fa una sciarpa. Ogni volta che Dio parla a Joan è una persona diversa - anche se alcuni caratteri sono ricorrenti - è una vecchietta, un ragazzo, una bambina, la custode della scuola, un presentatore televisivo, un punk; è ovunque e chiunque, non spiega mai perché chiede ciò che chiede malgrado le insistenze e le domande di Joan. A seconda di quello che la ragazza decide di fare gli eventi prendono una determinata piega e solo alla fine della puntata sarà chiaro lo scopo della missione.
Accanto alle vicissitudini liceali di Joan ci sono quelle della sua famiglia e dei suoi amici: il padre è il capo della polizia, uno dei fratelli è rimasto paralizzato dopo un incidente automobilistico, il resto è soggetto a spoiler pertanto non mi dilungo.
Purtroppo è stato cancellato alla seconda stagione, quando le cose iniziavano a farsi interessanti. Non mi sarebbe spiaciuto per nulla assistere ad una terza stagione. Un telefilm che tratta la religione in maniera intelligente, filosofico e non propagandistico purtroppo non funziona. Secondo wikipedia lo show è stato cancellato perché il rating è sceso da 10milioni di telespettatori della prima serie a 8milioni nella seconda serie. Per quanto a me 8milioni di telespettatori sembrino tanti non bastano per il mercato americano, così un altro telefilm di qualità non è sopravvissuto alla guerra dello share.



La sigla è una canzone che mi piace molto: "One of Us" di Joan Osborne, e rispecchia alla perfezione lo spirito del telefilm:
What if God was one of us?
Just a slob like one of us
Just a stranger on the bus
Trying to make his way home

Grazie a Wikipedia ho trovato la lista dei Dieci Comandamenti che la produttrice Barbara Hall ha dato agli sceneggiatori per scrivere le puntate:

- Dio non può intervenire in prima persona.
- Il Bene e il Male esistono.
- Dio non può identificare una religione come giusta o sbagliata.
- Il compito di ogni persona è quello di seguire la propria natura.
- Ogni persona può dire «no» a Dio, anche Joan…free will
- Dio non è legato alla concezione umana di tempo.
- Dio non è una persona e non possiede oggetti.
- Dio parla con tutti in modi diversi.
- Il piano che Dio ha in mente, è qualcosa che porta del bene a noi e non a lui.
- Dio parla con Joan e con tutti gli altri perché vuole che tutti riconosciamo il legame che esiste tra tutte le cose. Ogni azione ha delle conseguenze. Fare del male a qualcuno, farà del male anche a me stesso. Bisogna imparare dai propri errori e maturare. Dio si può ritrovare in tutte le cose. La vera natura di Dio rimane comunque sempre un mistero per tutti.

:-:
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Gli effetti collaterali della visione di Supernatural - parte 1


Vignetta


(Quarta stagione, se non ricordo male).
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Questa era una vignetta che avevo preparato un bel po' di tempo fa ma che poi non avevo postato, lo faccio adesso in onore della sesta stagione:


Vignetta


La fine della quinta stagione mi è piaciuta, sono una di quelle fan che sperava che la serie chiudesse in quel modo prima che la rovinassero ma la sesta stagione è cominciata e per ora non mi dispiace. Ho già letto parecchie critiche, la maggior parte basate sul fatto che non stanno mettendo in scena le stesse dinamiche delle stagioni precedenti.
Per me la qualità delle puntate non è diminuita e poi le cose che sembrano "strane" devono esserlo, fa parte del nuovo mistero da risolvere in questa stagione; è ovvio che i personaggi siano cambiati.
Sto guardando le puntate come vengono, senza crearmi aspettative, spero solo che gli sceneggiatori sappiano dove vogliono andare a parare e non stiano buttando carne sul fuoco a casaccio.

SPOILER!

Attenzione da qui in poi ci sono Spoiler:
Non so se essere felice del ritorno del filone: guerra fra gli angeli. Castiel è un bel personaggio e il suo ritorno ha fatto felici parecchie fan ma sembra che in questo filone Sam e Dean non abbiano più un ruolo centrale e non è un bene che i protagonisti della serie si riducano a tizi che passano di lì per caso. Aspetto di vedere gli sviluppi, voglio dargli fiducia.
Spero che il ritorno di Sam e Samuel verrà spiegato. Mi scoccerebbe se tutto si riducesse a "Ciao Dean, sono tornato, non so come ho fatto ma tanto non lo sanno neanche gli sceneggiatori" oppure "forse è stato Dio ma tanto non lo sapremo mai" come è successo altre volte quando ci voleva un Deus ex machina.
La puntata incentrata su Bobby mi è piaciuta tantissimo, e anche il ritorno di Crowley (personaggio che adoro); sappiamo come sono messi gli angeli dopo la scampata Apocalisse, adesso sono curiosa di vedere come hanno intenzione di portare avanti la storia dei demoni ora che "paparino" è di nuovo fuori gioco.
Padalecki, purtroppo, non ha imparato a recitare durante la pausa estiva. Sulla carta il personaggio di Sam è un grande ma purtroppo non è reso bene a video.
Nella quinta stagione, il duetto fra Sam e Sam/Lucifero avrebbe potuto essere una delle scene clou ed invece si è risolta in una serie di smorfie davanti allo specchio. Non pretendo la stessa qualità del dialogo Niki/Jessica di Heroes prima stagione, ma di sicuro si poteva fare meglio.
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I telfilm moderni sfruttano tutti i media per farsi pubblicità e contribuire al "perfezionamento del loro mondo". L'aveva già fatto True Blood tramite un blog in cui prima e dopo ogni puntata del telefilm veniva caricato un video o venivano date notizie riguardo alla trama, come se chi stesse scrivendo fosse un personaggio della fiction. Così c'erano le interviste dei vicini di casa del tizio arrestato che dicevano: "Incredibile, sembrava un così bravo ragazzo; però ce l'aveva qualcosa di strano!" eccetera.
Sicuramente lo staranno facendo anche altri telefilm di cui non sono a conoscenza, di sicuro lo sta facendo Supernatural.
Ecco i siti visti negli episodi di Supernatural e messi in piedi per davvero. Non penso siano opera dei fan ma dei creatori della serie:

Hellhoundslair dalla puntata 1x17 Hell House (La casa infernale); il sito 'protagonista' dell'episodio:
http://www.hellhoundslair.com/

I mitici Ghostfacers! Dalle puntate 3x13 Ghostfacers e 4x17 It's a Terrible Life; dovessi fare l'acchiappafantasmi sarei molto più vicina al pirla-ghostfacer che alla figacciona con il fucile a canne mozze ;P
http://www.ghostfacers.com/

E poi c'è Becky nella puntata che riprende la puntata meta-narrativa: 5x01 Sympathy for the Devil; la fanfic che stava scrivendo è postata proprio qui sul livejournal, e sotto il sito di cui parla con Chuck:
http://samlicker81.livejournal.com/
http://samlicker81.livejournal.com/914.html
http://www.morethanbrothers.net

per ora non ne ho trovati altri.
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Apprendo or ora che è in arrivo la terza stagione di Boris:
http://tg24.sky.it/tg24/spettacolo/2009/07/10/arriva_boris_3_per_la_terza_stagione_di_risate.html
pensavo l'avessero conclusa con la seconda ed invece, dato il successo, ci riprovano. Vediamo come sarà, sono ottimista.
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Alcuni dialoghi da Supernatural. Non ho fatto molta fatica, dato che li ho copiatincollati da Wiki Quote, però mi piaceva fare un post di questo genere. Chi ne vuole leggere di più può trovare in giro per internet i transcrip degli episodi interi, qui ne ho fatto solo una piccola selezione che rispecchia quello che mi piace di questa serie. Supernatural usa tutti i cliché dei film dell'orrore ma lo fa in modo consapevole, gli sceneggiatori lo sanno che noi spettatori ormai abbiamo già visto in tutte le salse possibili quello che ci stanno propinando e ce lo fanno sapere a modo loro.

Dean: Accidenti, ci sono un mucchio di bambole... sono belle e non hanno per niente l'aria inquietante!

Sam: È un'antica usanza di campagna, piantare un'albero come lapide.
Dean: Sei un'enciclopedia vivente delle stranezze, lo sai?
Sam: Sì, lo so.

Dean: So che cosa stai pensando, perché proprio un clown?
Sam: No, ma piantala!
Dean: Pensavi non me ne ricordassi? Andiamo... ancora ti metti a piangere quando vedi un clown in televisione!
Sam: E la tua paura di volare?
Dean: Gli aerei si schiantano!
Sam: E a quanto pare i clown uccidono!

Sam: Ah, la mia vita era così semplice... solo l'università, gli esami, relazioni su norme culturali di tipo policentrico...
Dean: Praticamente ti ho salvato da una vita molto noiosa.
Sam: Già, ma a volte la noia mi manca.
Dean: Allora, il pick-up assassino...
Sam: E anche le frasi che non cominiciano con "il pick-up assassino".

Emily: Secondo te hanno intenzione di ucciderci?
Dean: Ci vogliono sacrificare. Il che è una cosa un po' più di classe, credo.

Sam: Prendi una bacinella...
Dean: Trovato qualcosa?
Sam: No, sto per vomitare.

Sam: Che hai scoperto?
Dean: Ti sei registrato due giorni fa sotto il nome di Richard Sambora. La cosa più agghiacciante di tutta questa storia è che sei un fan dei Bon Jovi.

L'ultima la metto in inglese, perché rende meglio che in italiano:
Kat : So, how do you guys know about all this ghost stuff?
Sam: It's kind of our job.
Kat: Why would anyone want a job like that?
Sam: I had a crappy guidance counselor.
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Ho finito tutte le puntate di Supernatural, adesso sono in pari con la programmazione. La prossima puntata verrà trasmessa dalla CW soltanto dopo le ferie; mi tocca aspettare due mesi.
È un telefilm che mi ha preso e adesso mi piace parecchio. Potrei postare qualche foto dei protagonisti ma di quelle se ne trovano a decine di migliaia sul web, basta cercare Supernatural su Google immagini; così ho deciso di postare dei "fegatelli" (termine imparato da Boris) ossia inquadrature riempitive prese a caso da alcune puntante (che ovviamente adesso non ricorso più quali siano) per mostrare il tipo di fotografia e far vedere un po' quale sia l'atmosfera del telefilm.















SIX WORDS

Nov. 25th, 2009 02:35 pm
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Qualche giorno fa, non ricordo se in spotlight o attraverso link traversi, mi sono imbattuta in una curiosa mania: le storie/frasi/review/fic composte da sole sei parole. Alcuni link, ma ce ne sono a bizzeffe (il mio preferito è quello delle review): http://www.sixwordstories.net/ ; http://community.livejournal.com/sixwordreview/ ; http://community.livejournal.com/fictioninsix/profile.

Alla fine ho scritto anch'io la mia storiella da 6 parole, non è molto originale perché è presa a mani bassi dal telefilm Boris, però mi piace perché si può adattare ad un sacco di occasioni:

Scusate, ma devo premere Effe Quattro.

ICONCINA

Nov. 23rd, 2009 05:01 pm
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Solo un'iconcina a questo giro:


ico
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Da quando ho visto il link in un post di [livejournal.com profile] fiona_mckenzie ogni tanto faccio un giro su www.serialmente.org. Era qualche mese che non lo visitavo, male! Perché ci sono tornata un paio di giorni fa e ho trovato questa perla: The Vampire Diaris. La recensione del Pilot mi ha fatto sbragare dal ridere. Ne quoto solo un pezzettino, vorrei copiare e incollare l'intero articolo ma temo cozzerebbe un po' con la netiquette così mi limito a segnalarlo caldamente. Mi fa quasi voglia di seguire il telefilm per il puro gusto di far sì sì con la testa mentre leggo le recensioni.

Dopo una piccola indispensabile premessa in cui una voce fuori campo ci fa presente che questa è una storia sui vampiri, sai com’è, il titolo mi aveva fatto pensare che parlasse di marmotte, l’episodio si apre con la classica coppia di signori nessuno con scritto in faccia “moriremo entro minuti due” che attraversa in auto le strade nebbiose della cittadina di Mystic Falls (sic) quando investe accidentalmente il classico pedone sbucato dal nulla. I due si fermano e vanno a soccorrere il tizio che chiaramente è un vampiro e infatti per non deludere le nostre aspettative si rialza come se niente fosse e divora i due malcapitati.
Ora, se mi permettete una piccola riflessione personale, considerando il tasso ALTISSIMO di gente che investe e scappa via senza neanche chiamare un’ambulanza, questo è in assoluto il modo di cacciare più idiota che abbia mai visto. Va bene che sei un vampiro bellissimo e immortale, ma vale veramente la pena di passare la notte a farsi centrare dai SUV sperando che, non so, uno ogni quattro, uno ogni cinque si fermi per poterne mangiare gli occupanti? E questo, dei due vampiri protagonisti, dovrebbe essere quello scaltro e machiavellico.

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