Penny Dreadful
Sep. 7th, 2018 10:34 pm
Ho finito la prima stagione di Penny Dreadful e posso confermare i giudizi positivi che ho sentito su questa serie. L’ambientazione ottocentesca è resa magistralmente, non sono in grado di giudicarne il realismo ma ho adorato le atmosfere ed i costumi. I personaggi sono topoi dei vari racconti del fantastico che interagiscono fra di loro in maniera fluida, non si ha mai l’impressione che qualcuno sia stato inserito a sproposito solo per amore di citazione; ognuno ha il suo ruolo, grande o piccolo che sia, e porta avanti la storia senza forzature.
Penny Dreadful è un mega-crossover-rilettura dei racconti del fantastico. Ce n’è per tutti i gusti: ci sono i vampiri di Dracula; il dottor Frankenstein con la sua creatura; Dorian Grey con tanto di ritratto; il pistolero americano; l’Uomo Lupo; l’indemoniata; l’esploratore con maggiordomo africano; il teatro Grand Guignol il cui direttore un tempo recitava Shakespeare ma ora si è dovuto piegare a gusti più commerciali e redditizi; l’esperto di geroglifici; le feste dell’alta borghesia con seduta spiritica come evento della serata; la medium vera; la medium finta ma che forse nasconde un segreto che non ci è ancora dato scoprire; la prostituta ammalata di tisi; la clinica specializzata in disturbi femminili (manicomio); due investigatori della Pinkerton, di cui uno nativo americano giusto per non farci mancare proprio niente e probabilmente tante altre citazioni che non ho notato o che non mi vengono in mente ora.
Sulla carta potrebbe sembrare una serie grottesca ma non è così, Penny Dreadful si prende terribilmente sul serio, è messo in scena per fare paura e/o inquietare. I protagonisti sono figure tragiche intrappolate nelle conseguenze delle proprie azioni; c’è chi è in cerca di redenzione, chi di un suo posto nel mondo, chi di qualcosa che sia ancora in grado di scuoterlo.
Continuerò sicuramente con la visione delle prossime stagioni, sperando che la qualità rimanga alta e che la trama non vada disgregandosi nel tentativo di seguire troppe storie.