DINOTRUX

Dec. 6th, 2018 08:37 pm
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Continuando sull'onda dei cartoni animati per bambini basati su forti concept, oggi vi presento Dinotrux: Dinosauri e ruspe fusi insieme, devo dire altro?
Le vicende sono ambientate nel mondo preistorico, dove si muovono bulldozeratopi, grusauri, attrezzorettili, cementasauri, rottamanodonti, scartoraptor e così via.
Il lavoro dietro ai personaggi è eccellente ed anche qui la coerenza è ferrea. La caratterizzazione delle varie specie è azzeccata e curata al dettaglio.
L'età consigliata per la visione è dai 3 anni in su, il produttore consiglia fino ai 24 ma penso si possa andare ben oltre. Io l'ho sempre guardato con piacere, le trame non sono noiose ed il ritmo è buono. I dialoghi sono fatti per addattarsi ad un target ampio; mentre i piccolini guardano i dinosauri meccanici, gli adulti possono sorridere a scambi di battute del tipo:
"Va bene, andiamo a parlare con quello matto."
"Sì, almeno avete qualcosa in comune."
Andando al di là dell'estetica e spostandoci sul versante educativo, la vicenda si basa su un gruppo di personaggi di specie diverse che devono imparare a vivere insieme, superando diffidenze e valorizzando le diversità. Visti i tempi ne sento più che mai il bisogno.
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Ho finito la prima stagione di Penny Dreadful e posso confermare i giudizi positivi che ho sentito su questa serie. L’ambientazione ottocentesca è resa magistralmente, non sono in grado di giudicarne il realismo ma ho adorato le atmosfere ed i costumi. I personaggi sono topoi dei vari racconti del fantastico che interagiscono fra di loro in maniera fluida, non si ha mai l’impressione che qualcuno sia stato inserito a sproposito solo per amore di citazione; ognuno ha il suo ruolo, grande o piccolo che sia, e porta avanti la storia senza forzature.
Penny Dreadful è un mega-crossover-rilettura dei racconti del fantastico. Ce n’è per tutti i gusti: ci sono i vampiri di Dracula; il dottor Frankenstein con la sua creatura; Dorian Grey con tanto di ritratto; il pistolero americano; l’Uomo Lupo; l’indemoniata; l’esploratore con maggiordomo africano; il teatro Grand Guignol il cui direttore un tempo recitava Shakespeare ma ora si è dovuto piegare a gusti più commerciali e redditizi; l’esperto di geroglifici; le feste dell’alta borghesia con seduta spiritica come evento della serata; la medium vera; la medium finta ma che forse nasconde un segreto che non ci è ancora dato scoprire; la prostituta ammalata di tisi; la clinica specializzata in disturbi femminili (manicomio); due investigatori della Pinkerton, di cui uno nativo americano giusto per non farci mancare proprio niente e probabilmente tante altre citazioni che non ho notato o che non mi vengono in mente ora.
Sulla carta potrebbe sembrare una serie grottesca ma non è così, Penny Dreadful si prende terribilmente sul serio, è messo in scena per fare paura e/o inquietare. I protagonisti sono figure tragiche intrappolate nelle conseguenze delle proprie azioni; c’è chi è in cerca di redenzione, chi di un suo posto nel mondo, chi di qualcosa che sia ancora in grado di scuoterlo.
Continuerò sicuramente con la visione delle prossime stagioni, sperando che la qualità rimanga alta e che la trama non vada disgregandosi nel tentativo di seguire troppe storie.
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Il libro:
Hunger Games. È uno dei pochi libri che è riuscito a piacermi dopo essermi letta di fila la saga di Games of Thrones.
G.R.R. Martin mi ha rovinato: i libri letti successivamente sono sbrigativi, poco dettagliati e confusi. Questa è l’impressione che mi danno dopo un anno passato a Westeros e dintorni.
Eccetto Hunger Games, che è stato una sorpresa. Ne avevo sentito parlare molto bene ma conoscendo la trama solo a grandi linee ero convinta che fosse basato su patemi amorosi adolescenziali messi furbamente all’intero di uno scenario cruento.
Niente di più sbagliato: il mondo di Panem è ben delineato, gli eventi scorrono secondo una sequenza logica, non si ha l’impressione di forzature per ficcare i protagonisti in determinate situazioni. È presente però qualche coincidenza di comodo per far progredire la trama, ad esempio quando la protagonista ha necessità di distruggere le scorte nemiche e, guarda caso, questi ultimi hanno minato la propria base.
Lo stile di scrittura, in prima persona, è secco e asciutto e le reazioni dei personaggi sono realistiche. La fantomatica storia d’amore che ci dovrebbe essere è decisamente quanto di più atipico abbia mai letto, un punto a favore e una ventata di freschezza per quanto drammatica.
La spettacolarizzazione mediatica del reality è descritta e resa molto bene. Una critica alla società non indifferente.

Il film:
Il film l’ho visto dopo aver letto il libro. Tranne che per qualche dettaglio è molto fedele alla trama. Tento di pensare a cosa avrei capito delle motivazioni dei protagonisti se non avessi letto il libro ma non ne sono in grado. Quindi a parte dire che mi è piaciuto molto non riesco a trovare difetti o buchi di trama. Forse un po’ sbrigativo sul finale, magari per chi non ha letto il libro non viene reso abbastanza bene perché Katniss venga trasformata da donna a bambolina sognante (o forse sì?). Una gradita aggiunta invece il discorso del presidente sulla speranza e sulla necessità di un vincitore, che nel libro manca.
Molto ben resa tutta la parte del reality fra interviste e studi televisivi. Trovo che l’escamotage per spiegare allo spettatore cosa stia succedendo tramite i conduttori televisivi sia ben integrato con il resto della trama. Nel libro il lettore impara tutto grazie ai pensieri della protagonista ma nel film hanno scelto una buona alternativa.

Consiglio sia la lettura del libro sia la visione del film (quest’ultimo però dopo aver letto il libro).
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C'è una chiave che apre tutte le porte: è quella di The Lost Room.
Il detective Miller viene in possesso di una strana chiave, in qualsiasi serratura la si inserisca fa in modo che la porta si apra sulla stanza di un motel (sempre la stessa, la stanza n. 10 del Sunshine Motel a Gallup, New Mexico). Una volta entrati nella stanza e chiusa la porta, la si può riaprire per trovarsi in qualsiasi posto il possessore della chiave abbia in mente.
Tutte le volte che il possessore della chiave esce dalla stanza, questa si resetta alle condizioni di partenza. Tutto ciò che era stato spostato ritorna al suo posto e tutto ciò che era stato portato dentro dall'esterno sparisce. Solo chi ha la chiave può entrare ed uscire in tutta sicurezza.
Come si è creata la stanza? Come mai gli oggetti di tutti i giorni che si trovavano al suo interno al momento "dell'evento" hanno acquisito misteriori poteri a volte terribili, a volte buffi, a volte innocui?
Le cose si complicano quando la figlioletta di Miller varca la soglia senza avere la chiave e la porta si chiude accidentalmente alle sue spalle. Quando Miller riesce a riaprire la porta la stanza si è resettata e la bambina è sparita. Il detective inizia quindi una forsennata ricerca di tutto ciò che è collegato alla stanza per poterne risolvere il mistero e ritrovare sua figlia.
L'indagine di Miller lo porterà a districarsi fra intrighi di loschi personaggi ed oscure organizzazioni che stanno tentando di impadronirsi del potere della stanza e dei suoi oggetti.
La serie è tanto corta quanto appasionante, ogni indagine ci fa scoprire un pezzetto del mistero relativo al motel Sunshine e ci lascia con la curiosità di sapere quale sarà il prossimo passo.
La narrazione è molto ben giostrata, la serie si conclude tirando le fila delle disavventure del detective Miller ma lascia molti interrogativi aperti e la voglia matta di un sequel che però non è mai stato realizzato.
La visione è consigliata.
Per chi ne vuole sapere di più c'è sempre wikipedia, ma per chi non l'ha vista consiglio di guardarla completamente a digiuno da qualsiasi spoiler:
http://en.wikipedia.org/wiki/The_Lost_Room
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Gioia e perplessità. Finalmente qualcuno ha pensato di farne un film, spero che siano riusciti a rendere l'atmosfera giusta perché non è affatto semplice.
In ogni caso non vedo l'ora di vederlo. Però prima mi dovrei rileggere il libro dato che sono passati un bel po' di annetti...

IL-PARADISO-DEGLI-ORCHI_14_11_2013
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Del manga ho letto solo i primi numeri perché era troppo lungo e decisi di non comprarlo, ritengo che Adachi dia il meglio di sé nelle serie corte, quelle da una dozzina di numeri.
Così quando ho saputo dello sceneggiato (telefilm? dorama?) ho deciso di rifarmi. La trama ricalca a grandi linee il manga e dovendo condensare 34 numeri in 11 episodi è sottoposta alle dovute modifiche.
Il giudizio sul telefilm è: mi è piaciuto - molto carino, rispetta in pieno l'atmosfera che Adachi infonde a tutti i suoi manga dosando sport, sentimenti e comicità.
Mi sono piaciuti anche gli interpreti e mi sto abituando alla recitazione alla giapponese che prima d'ora trovavo troppo marcata. Non ho interagito con molti giapponesi dal vero, ma dal poco che ho visto tendono ad enfatizzare alcuni atteggiamenti anche nella vita reale e non perché l'attore stia recitando sopra le righe. I sentimenti personali invece sono tutt'altra cosa, in quel campo vige la riservatezza assoluta; abbandonata l'enfasi dei movimenti, le emozioni traspaiono da lievi cambi di espressione, da ciò che non viene detto o più classicamente dallo sguardo e gli attori sono stati bravi in questo.
Una cosa che salta all'occhio è che tutti gli attori sono magri, non esistono personaggi cicciotelli a meno che non siano ridotti a semplici comparse/macchiette. L'amico del protagonista - il catcher Atsushi Noda, che nel manga era sovrappeso qui è interpretato da un ragazzino snello che hanno tentato di imbruttire mettendogli un paio di occhiali (che nel manga non aveva!).
Se qui in occidente ci lamentiamo perché televisione e giornaletti ci propinano standard fisici irraggiungibili, in Giappone il fenomeno deve essere esasperato all'ennesima potenza – fissati come sono con l’estetica non c’è da stupirsi ma non vorrei essere nei panni di un adolescente giapponese.
La fotografia è ottima, la regia e gli effetti speciali sono azzeccati e non troppo invadenti, rendono egregiamente la velocità dei lanci e l'azione sul campo da baseball.
Giudizio complessivo sul prodotto: pollice in su. Da guardare.
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In questi giorni è uscito al cinema Frankenstein Jr. Malgrado lo sappia a memoria ho voluto togliermi la soddisfazione di guardarlo almeno una volta sul grande schermo. A casa ho il DVD e un divano comodo ma l'atmosfera del cinema è un'altra cosa, per me è sempre stata magica.
Magari proiettassero qualche vecchio classico in bianco e nero, lo vedrei volentieri; vedere il bianco e nero al cinema è stato come un effetto speciale, un viaggio indietro nel tempo, ma temo che questa sia un'iniziativa isolata.

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Insonnia, nuova frontiera: i telefilm giapponesi. Nei giorni in cui fatico a prendere sonno mi sono data ad un nuovo genere di telefilm, lasciando USA e UK per il più esotico Japan.
Tutto è cominciato con la decisione di finire di leggere una serie manga che avevo comprato anni fa (non ricordo quanti) e che era finita impilata dietro a file di altra roba. Si chiama Rookies, parla di basball e ragazzi problematici. Mi è piaciuto molto anche se sono insofferente al tema "gioco a basball dall'altro ieri, ma vinco lostesso perché lo voglio tanto"; però questo tema un po' scontato non è trattato in maniera piatta ed alla fine il manga risulta coinvolgente.
Nella ricerca di qualche recensione in giro per la rete mi sono imbattuta nel telefilm dal vivo tratto dal manga; undici puntate da circa un'ora: ne ho già guardate la metà. Devo ammettere che non pensavo mi sarebbe piaciuto ed invece mi sta divertendo parecchio. La recitazione già sopra le righe dei giapponesi qui è esasperata dalle facce buffe e dalle pettinature improbabili degli attori che imitano le scene del manga con tanto di effetti sonori per sottolineare la vignet..., ehm, scena.
Una cosa che trovo un po' straniante è la filiformità degli attori, non capisco se l'inquadratura è distorta a causa delle dimensioni del video, oppure sia stata distorta di proposito perché quello è il concetto di bellezza. Sembrano personaggi presi dai manga anni 70 dove erano tutti alti e stecchi, quando invece nel manga vero sono disegnati in maniera molto realistica, muscolatura compresa.
Seguire i dialoghi è un po' difficoltoso perché la leggenda che con due sillabe i giapponesi ti dicono una frase intera a quanto pare non è affatto una leggenda, è tutto vero. Spesso mi ritrovo a dover tornare indietro perché non faccio in tempo a leggere i sottotitoli.

Lo sto guardando in streaming su un canale che raccoglie i telefilm asiatici con tanto di sottotitoli in inglese e di cui ho scoperto l'esistenza soltanto quattro giorni fa.
Ci sono tantissime serie, ho già addocchiato H2, l'adattamento del fumetto di Adachi, magari quando avrò finito Rookies ne guardo un paio di puntate.

Ecco il link:

Asianrice: http://www.asianrice.tv/

Rookies: http://www.asianrice.tv/show/Rookies/216/videos/

Ed ecco la locandina del telefilm:

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Ho finito di guardare Joan of Arcadia, l'ho iniziato quasi un anno fa ma ci ho messo un po' per riuscire a recuperare tutte le puntate. Lo trovo piacevole, è intriso di religione ma non è demagogico; è incentrato sul libero arbitrio e sul fatto che Dio agisce secondo vie misteriose e non comprensibili ai protagonisti della serie ma solo ai telespettatori... volevo dire: non comprensibili agli uomini.
La protagonista della serie è Joan Girardi, una ragazza che va al liceo e alla quale Dio appare sotto forme diverse chiedendole di eseguire certi compiti. Sono sempre compiti molto semplici e apparentemente senza senso come: iscriviti al corso di chimica, trova un lavoro part time alla libreria, fa una sciarpa. Ogni volta che Dio parla a Joan è una persona diversa - anche se alcuni caratteri sono ricorrenti - è una vecchietta, un ragazzo, una bambina, la custode della scuola, un presentatore televisivo, un punk; è ovunque e chiunque, non spiega mai perché chiede ciò che chiede malgrado le insistenze e le domande di Joan. A seconda di quello che la ragazza decide di fare gli eventi prendono una determinata piega e solo alla fine della puntata sarà chiaro lo scopo della missione.
Accanto alle vicissitudini liceali di Joan ci sono quelle della sua famiglia e dei suoi amici: il padre è il capo della polizia, uno dei fratelli è rimasto paralizzato dopo un incidente automobilistico, il resto è soggetto a spoiler pertanto non mi dilungo.
Purtroppo è stato cancellato alla seconda stagione, quando le cose iniziavano a farsi interessanti. Non mi sarebbe spiaciuto per nulla assistere ad una terza stagione. Un telefilm che tratta la religione in maniera intelligente, filosofico e non propagandistico purtroppo non funziona. Secondo wikipedia lo show è stato cancellato perché il rating è sceso da 10milioni di telespettatori della prima serie a 8milioni nella seconda serie. Per quanto a me 8milioni di telespettatori sembrino tanti non bastano per il mercato americano, così un altro telefilm di qualità non è sopravvissuto alla guerra dello share.



La sigla è una canzone che mi piace molto: "One of Us" di Joan Osborne, e rispecchia alla perfezione lo spirito del telefilm:
What if God was one of us?
Just a slob like one of us
Just a stranger on the bus
Trying to make his way home

Grazie a Wikipedia ho trovato la lista dei Dieci Comandamenti che la produttrice Barbara Hall ha dato agli sceneggiatori per scrivere le puntate:

- Dio non può intervenire in prima persona.
- Il Bene e il Male esistono.
- Dio non può identificare una religione come giusta o sbagliata.
- Il compito di ogni persona è quello di seguire la propria natura.
- Ogni persona può dire «no» a Dio, anche Joan…free will
- Dio non è legato alla concezione umana di tempo.
- Dio non è una persona e non possiede oggetti.
- Dio parla con tutti in modi diversi.
- Il piano che Dio ha in mente, è qualcosa che porta del bene a noi e non a lui.
- Dio parla con Joan e con tutti gli altri perché vuole che tutti riconosciamo il legame che esiste tra tutte le cose. Ogni azione ha delle conseguenze. Fare del male a qualcuno, farà del male anche a me stesso. Bisogna imparare dai propri errori e maturare. Dio si può ritrovare in tutte le cose. La vera natura di Dio rimane comunque sempre un mistero per tutti.

:-:
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I telfilm moderni sfruttano tutti i media per farsi pubblicità e contribuire al "perfezionamento del loro mondo". L'aveva già fatto True Blood tramite un blog in cui prima e dopo ogni puntata del telefilm veniva caricato un video o venivano date notizie riguardo alla trama, come se chi stesse scrivendo fosse un personaggio della fiction. Così c'erano le interviste dei vicini di casa del tizio arrestato che dicevano: "Incredibile, sembrava un così bravo ragazzo; però ce l'aveva qualcosa di strano!" eccetera.
Sicuramente lo staranno facendo anche altri telefilm di cui non sono a conoscenza, di sicuro lo sta facendo Supernatural.
Ecco i siti visti negli episodi di Supernatural e messi in piedi per davvero. Non penso siano opera dei fan ma dei creatori della serie:

Hellhoundslair dalla puntata 1x17 Hell House (La casa infernale); il sito 'protagonista' dell'episodio:
http://www.hellhoundslair.com/

I mitici Ghostfacers! Dalle puntate 3x13 Ghostfacers e 4x17 It's a Terrible Life; dovessi fare l'acchiappafantasmi sarei molto più vicina al pirla-ghostfacer che alla figacciona con il fucile a canne mozze ;P
http://www.ghostfacers.com/

E poi c'è Becky nella puntata che riprende la puntata meta-narrativa: 5x01 Sympathy for the Devil; la fanfic che stava scrivendo è postata proprio qui sul livejournal, e sotto il sito di cui parla con Chuck:
http://samlicker81.livejournal.com/
http://samlicker81.livejournal.com/914.html
http://www.morethanbrothers.net

per ora non ne ho trovati altri.
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Video divertente trovato durante una peregrinazione di youtube, ci sono i soliti due-tre minuti iniziali di ringraziamenti e pubblicità e poi inizia il video:



Segnalo anche il nuovo video di yotobi su HOUSE OF THE DEAD che consiglio vivamente :D

:-:
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Da quando ho visto il link in un post di [livejournal.com profile] fiona_mckenzie ogni tanto faccio un giro su www.serialmente.org. Era qualche mese che non lo visitavo, male! Perché ci sono tornata un paio di giorni fa e ho trovato questa perla: The Vampire Diaris. La recensione del Pilot mi ha fatto sbragare dal ridere. Ne quoto solo un pezzettino, vorrei copiare e incollare l'intero articolo ma temo cozzerebbe un po' con la netiquette così mi limito a segnalarlo caldamente. Mi fa quasi voglia di seguire il telefilm per il puro gusto di far sì sì con la testa mentre leggo le recensioni.

Dopo una piccola indispensabile premessa in cui una voce fuori campo ci fa presente che questa è una storia sui vampiri, sai com’è, il titolo mi aveva fatto pensare che parlasse di marmotte, l’episodio si apre con la classica coppia di signori nessuno con scritto in faccia “moriremo entro minuti due” che attraversa in auto le strade nebbiose della cittadina di Mystic Falls (sic) quando investe accidentalmente il classico pedone sbucato dal nulla. I due si fermano e vanno a soccorrere il tizio che chiaramente è un vampiro e infatti per non deludere le nostre aspettative si rialza come se niente fosse e divora i due malcapitati.
Ora, se mi permettete una piccola riflessione personale, considerando il tasso ALTISSIMO di gente che investe e scappa via senza neanche chiamare un’ambulanza, questo è in assoluto il modo di cacciare più idiota che abbia mai visto. Va bene che sei un vampiro bellissimo e immortale, ma vale veramente la pena di passare la notte a farsi centrare dai SUV sperando che, non so, uno ogni quattro, uno ogni cinque si fermi per poterne mangiare gli occupanti? E questo, dei due vampiri protagonisti, dovrebbe essere quello scaltro e machiavellico.
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x-posted [livejournal.com profile] algiztree

Altra segnalazione di link su youtube: un canale chiamato MARVEL (perciò suppongo sia una cosa ufficiale e non "rippata") sta mettendo a disposizione la serie di X-MEN EVOLUTION.
Purtroppo è solo in inglese senza sottotitoli e il mio orecchio non è molto allenato. La frase che ho capito meglio è stata: "Was is das?" detta con spiccato accento tedesco da Nightcrawler. Tuttavia non è necessario capire per filo e per segno ogni sfumatura del linguaggio, ho guardato la prima puntanta e quello che succede si segue benissimo anche se sfuggono alla comprensione parte dei dialoghi.
Pur non seguendo i fumetti della Marvel, avevo già sentito parlare di questa serie in quanto tempo fa mi ero imbattuta nel sito esilerante di una tizia la cui missione era prendere fanfic riguardanti questo fandom (lei ne era un'accanita fan) e fare un'esegesi spassosissima di quelle scritte peggio. Peccato che poi il sito abbia chiuso, devo avere ancora qualche pagina salvata random da qualche parte in uno degli hardisk.
Per ora ho guardato solo la prima puntata e non so se il cartone sia meritevole o meno però vale la pena dare una sbirciata.

Ecco il link alla prima puntata della prima stagione di X-MEN EVOLUTION

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