
Non mi è piaciuto, non ho molto altro da dire. Dick o non Dick stavolta mi sono annoiata. È colpa dello stile di scrittura: scoordinato, distraente, dialoghi fatti di frasi buttate a caso, reazioni agli eventi da parte dei protagonisti estratte a sorte dal sacchettino.
L’ho letto in traduzione, quindi – magari – posso conservare l’illusione che in lingua madre la storia faccia un effetto migliore.
Il tema portante del romanzo è la schizofrenia e lo stile di scrittura lo rispecchia in pieno, sarà fatto apposta per dare al lettore un’esperienza a tutto tondo? Magari si tratta di un esercizio di stile, o magari si tratta soltanto di confusione e basta.
Dick stesso ha sofferto di schizofrenia, quindi è interessante leggere sull’argomento da chi ha avuto un’esperienza diretta. Penso che sia per questo che vale la pena leggere il libro, malgrado a me personalmente continui a non piacere.
Le recensioni sono discordanti: c’è chi lo osanna e c’è chi invece lo trova brutto, ma per non stroncarlo si limita ad un più diplomatico: "non è l’opera migliore di Dick".
Ammetto che potrebbero esserci paragrafi splendidi se solo fossero scritti meglio. Ad esempio è affascinante il momento in cui l’androide Lincoln prende vita, specialmente perché descritto attraverso gli occhi e le emozioni del protagonista.
Penso che sia questo ad amareggiarmi maggiormente: ciò che avrebbe potuto essere. O forse ciò che è esattamente così come è, e sono io che non riesco a capire; perché alla fine è sempre Dick, e nemmeno io riesco a stroncarlo.
