Jan. 30th, 2013

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La Campana dell'Arciprete: saga contadina con delitto - di Danila Comastri Montanari



"Se vuoi veder l'inferno, Bologna d'estate, Bologna d'inverno"


E' il primo libro che ho letto da pendolare, durante il tragitto giornaliero dalla mia nuova casa al mio solito lavoro, ed ero ancora così distratta dalla nuova esperienza da non avergli prestato la dovuta attenzione. E' inoltre uno degli ultimi libri in versione cartacea che ho letto prima dell'acquisto dell'e-reader, ma niente di questo ha nulla a che fare con la trama o una recensione seria sull'intreccio o lo stile di scrittura. Non è però mia intenzione fare una recensione tecnica, anche perché scrivo queste righe a un anno o più dalla lettura pertanto devo andare a ripescare nella memoria le informazioni; tuttavia anche internet aiuta e chi fosse interessato ad un riassunto fatto bene lo può trovare senza problemi: http://www.oocities.org/athens/oracle/6791/arci-italiano.htm>.
Si tratta di un giallo, il periodo storico è quello della restaurazione pontificia ed il protagonista è un prete in là con gli anni, saggio e buono d'animo, amante della buona tavola, disinteressato di politica e di giochi di potere. Un giorno viene trovato il cadavere di una giovane donna in cima alla torre campanaria, la figlia nubile del mezzadro che gestisce il più bel podere dei dintorni. Il problema è che la giovane era incinta e trovare l'assassino non è cosa semplice dato che la lista dei sospetti si allunga sempre di più ad ogni voltata di pagina. Toccherà al prete ed al suo amico-rivale, un medico ghibellino, sbrogliare la matassa.
I personaggi descritti nel libro sembrano veri se teniamo conto della mentalità del tempo. Mi è piaciuto che l'autrice non tenti di appiccicare un comportamento moderno ai suoi protagonisti, non scriva di contadini e manovali con mente aperta o più colti di quel che avrebbero mai potuto essere per "destino di nascita"; né tantomeno di nobili che rinunciano al loro snobismo nei confronti di plebe o parvenu. Per paradosso è il fatto che il personaggio del contadino sembri la macchietta del contadino e il personaggio della contessa sembri la macchietta della contessa a renderli più veri.
Un'altra abilità della Montanari è riuscire a rendere la parlata e la cadenza della regione. Tutti i dialoghi sono in italiano, del dialetto ci sono solo pochi termini sparsi qua e là, tutta via c'è una "cadenza" nel parlato da renderlo caratteristico e riconoscibile.
L'intreccio giallo non è il pezzo forte del libro, non è stata la curiosità di scoprire l'assassino a farmi continuare a leggere ma la ricostruzione dello spaccato di vita della bassa bolognese. Molto azzeccato anche il protagonista, un personaggio verso il quale è impossibile non provare comprensione ed empatia.

P.S.: La citazione all'inizio della recensione viene proferita dal protagonista quando si reca in città ed è riferita al clima umido che rende insopportabile il caldo estivo ed il freddo invernale.

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